La pelle è considerata
organo importante sia Omeopatia sia, in generale, in tutte le metodiche
energetiche o biofunzionali per numerosi motivi che troveranno qui di
seguito suffragio.
E’ opportuno sottolineare
la funzione che la pelle ha come organo emuntorio (organo escretore,
eliminatore, svelenatore) generico e specializzato (zone provviste di
apparati ghiandolari specializzati), sia in condizioni normali sia,
e soprattutto, di emergenza, fatto questo che è stato magistralmente
evidenziato, nella storiografia omeopatica, prima da S. F. C. Hahnemann
e successivamente, in maniera sistematizzata e precisa da H. H. Reckeweg
il fondatore della moderna Omotossicologia (già brillante Omeopata,
superfluo sottolinearlo.).
La pelle è un organo
complesso per le sue particolari strutture, per le sue molteplici funzioni,
per le sue elettive proprietà.
La sua caratteristica
più curiosa e particolare consiste nel fatto che, a differenza degli
organi simmetrici del corpo, la superficie tegumentaria contrae rapporti
spaziali particolari con gli organi interni, con il sistema nervoso
ed ancora con le grandezze esterne al corpo.
E’ un grande organo barriera
e relazionale fra l’interno del corpo ed il mondo esterno e ne media
e modula i rapporti.
Questo organo pesa in
media quattro kilogrammi (il 16% circa del peso corporeo) ed è distribuito
su una superficie di circa 1,6 metri quadrati.
Grande schermo panoramico
biologico con tre massime peculiarità:
1) Barriera di protezione.
Contro le aggressioni
meccaniche , fisiche, chimiche e microbiche;
2) Recettore con doppia
polarità.
Con la faccia esterna
contatta, impatta, relaziona, modula tutte le innumerevoli informazioni
che affluiscono dal mondo esterno proiettandole al sistema nervoso centrale
attraverso la innervazione somatica cosciente.
Con la faccia interna
riceve e relaziona con l’interno del corpo proiettando a livello automatico
e subconscio tutte le informazioni ricevute al sistema nervoso centrale
tramite le vie di innervazione vegetativa e le vie afferenti nervose
periferiche;
3) Effettore a significato
particolare.
sul quale si appuntano
le ipotesi di azione dell’Agopuntura.
Conoscendo la proiezione
spaziale precisa degli organi interni sulla superficie cutanea possiamo,
con l’applicazione di certi stimoli meccanici o termici o di qualunque
altra qualità (colori e suoni ad esempio), modulare la attività degli
organi interni con i quali la cute si trova in rapporto.
Per poter interpretare
questi dati bisogna conoscere le nozioni principali di anatomia e di
fisiologia della pelle.
La struttura della pelle:
- Epidermide,
- Derma,
- Ipoderma.
Insieme hanno uno spessore
che varia a seconda delle zone da uno a quattro millimetri.
Epidermide
a) lo strato basale o
germinativo, il livello più profondo dell’epidermide, è formato da un
unico piano di cellule cilindriche disposte parallelamente.
Queste cellule sono le
sole che hanno la proprietà di dividersi rinnovando continuamente le
cellule epiteliali che passano attraverso strati differenti e che alla
fine vengono eliminate nella parte cornea per esfoliazione.
b) lo strato mucoso di
Malpighi formato da un certo numero di livelli (da sei a dodici) di
cellule poliedriche.
Queste cellule poliedriche
provengono dal piano germinativo e sono separate tra di loro da spazi
chiari dove si trova una sostanza semiliquida, il liquido interstiziale,
la cui presenza serve a compensare l’assenza dei vasi sanguigni nell’epidermide.
Le cellule hanno una
forma poliedrica che avanzando verso la superficie si appiattisce sempre
di più nell’asse longitudinale.
A causa della presenza
di ponti filamentosi lo strato mucoso presenta una grande resistenza
meccanica e grande coesione.
c) lo strato granuloso
è costituito da quattro o cinque livelli di cellule fusiformi, allungate,
transizione fra le cellule poliedriche e quelle del piano corneo.
d) lo strato corneo è
costituito da piccoli foglietti facilmente desquamabili di cellule cornee
ridotte ad una placca di cheratina.
Ne deriva che l’epidermide
è costituita da numerosi strati di cellule con differente morfologia,
che rappresentano le forme successive, dalla nascita nella zona più
profonda germinativa fino all’evoluzione verso le cellule desquamative
superficiali le quali poi si autoeliminano con una fisiologica esfoliazione.
Derma
Il suo spessore varia
da 0,3 a 3 millimetri ed è formato da due strati ben distinti.
a) lo strato papillare
situato superficialmente con uno spessore di un millimetro è la zona
di separazione fra derma ed epidermide.
Si presenta come una
linea sinuosa con una serie di prominenze dette papille che penetrano
nello spessore dell’epidermide.
b) il corion o derma
propriamente detto è costituito da un piano di tessuto connettivo rappresentato
da elementi cellulari (fibrociti, leucociti, linfociti) e da fibre di
diverso tipo (elastiche, preelastiche, reticolari, precollagene).
Gli orifizi di questo
tessuto connettivale sono saturati da una sostanza fondamentale rappresentata
da un gel amorfo composto di mucopolisaccaridi (protettiva, relazionale).
In questo tessuto connettivale
si trovano disposti gli elementi strutturali fondamentali del derma
che insieme formano un organo piuttosto complesso costituito dalle ghiandole
sudorifere, ghiandole sebacee, letto vascolare, fibre muscolari lisce,
terminazioni nervose multiple substrato delle funzioni di ricezione
cutanea.
Le ghiandole sudoripare,
due milioni circa, sono distribuite, solo apparentemente in disordine,
più abbondantemente in sede ascellare, sulla fronte, sul dorso delle
spalle, sul palmo delle mani e dei piedi (zone di corrispondenza funzionale
(anche embriologica) cutaneo organo viscerale).
Si tratta di ghiandole
tubulari di origine epidermica costituite da tre segmenti:
1) glomerulo;
2) canale sudorifero;
3) poro o pori di apertura.
Ipoderma o sottocutaneo
Il derma si continua
direttamente nel connettivo sottocutaneo (tela sottocutanea, ipoderma)
il quale si congiunge con le fasce muscolari, con il periostio.
Risulta di due strati:
superficiale e profondo.
Si riscontra fra i due
strati una fascia nel cui spessore si trovano fibre muscolari.
Sistemi anatomici cutanei
Il sistema vascolare
sanguigno è costituito da due plessi paralleli che tappezzano la pelle
su tutta la sua superficie interna:
- il plesso sottodermico
più profondo
- il plesso sottopapillare
più superficiale.
Ciascun plesso è doppio
in quanto dotato di una ramificazione venosa ed arteriosa.
Il plesso sottodermico
invia ramificazioni dirette verso i follicoli piliferi, le ghiandole
sudoripare e sebacee ed il tessuto grasso ipodermico.
Il plesso sottopapillare
invia ramificazioni ascendenti attraverso una arteria terminale situata
al centro di una papilla.
Questa arteria si sfiocca
e si ramifica in un mazzo di precapillari e di anse capillari che irrorano
un territorio cutaneo ben delimitato detto cono vascolare di irrigazione.
Terminazioni nervose della pelle
Estremamente numerose
sono specializzate per la ricezione di stimoli dolorosi, termici, tattili,
pressori.
- terminazioni nervose
libere
la cui stimolazione è
responsabile della apparizione dei dolori superficiali o cutanei.
Simili terminazioni si
trovano anche nei tessuti più profondi (sottocute, muscoli, articolazioni)
e sono responsabili della conduzione della sensibilità dolorosa più
profonda oppure negli organi interni dei dolori cosiddetti viscerali.
Le terminazioni per il
dolore non sono specializzate nella una ricezione di una sola forma
di stimolazione ma reagiscono a stimoli meccanici, chimici, elettrici,
termici di una certa intensità sempre con il dolore.
- menischi terminali
di Meissner
sono ramificazioni terminali
nervose epidermiche a forma di menisco con la concavità rivolta verso
l’esterno situate di norma intorno al bulbo pilifero; una sola fibra
con le sue terminazioni serve una zona capillifera di circa cinque centimetri
quadrati di area. Sono ricettori tattili.
- corpuscoli di Ruffini
sono recettori termici
del calore.
- corpuscoli di Kraüse
sono recettori termici
del freddo;
sono i rappresentanti
dei recettori termici del derma.
La sensibilità termica
è distribuita in modo puntiforme essendo alcune zone sensibili al freddo
e non al caldo, altre zone al caldo e non al freddo.
L’esplorazione millimetrica
della pelle indica delle zone più sensibili al caldo più frequenti,
zone sensibili al freddo più rare e delle zone intermedie che non rispondono
né al caldo né al freddo.
- corpuscoli di Vater
Pacini
sono recettori più voluminosi
situati nel derma specializzati per le sensazioni della pressione.
Gli stimoli di questi
recettori sono gli stessi che per le sensazioni tattili ma con una soglia
maggiore.
Sono situati nel derma,
nell’ipoderma più profondamente ed anche a livello dei muscoli, dei
tendini, delle articolazioni.
Tutti i recettori cutanei
sono costituiti da una rete fibrillare inclusa in una sola mappa.
Essi si diversificano
solo come forma: ovalare, allungata, a menisco, a terminazione libera.
Per sede i recettori
termici sono più abbondanti sul dorso della mano, i tattili sulla faccia
volare della punta delle dita.
Come numero su di un
centimetro quadrato di superficie si è stabilito che esistono dodici,
tredici punti freddi, uno, due punti caldi, cento, duecento punti dolorosi
e venticinque punti di pressione.
Per quanto concerne la
trasmissione della sensibilità termica e dolorosa essa implica tre neuroni:
1° neurone: si trova
nei gangli spinali o gangli e nervi cranici;
2° neurone: si trova
nelle colonne posteriori del midollo e nel nucleo di Goll e Burdach
del bulbo;
3° neurone: si trova
nei centri talamici.
Vi è una precisa proiezione
delle zone cutanee nella corteccia cerebrale, zona corticale e specificamente
nella circonvoluzione parietale ascendente e nelle aree 3,1, 2, 5, 7,
oltre alla innervazione cosciente della pelle a livello tegmentale.
Vero organo di relazione
complesso e differenziato sia con l’interno dell’organismo sia per i
rapporti e per la mediazione dell’organismo nella sua relazione con
il mondo esterno.
Considerando che la pelle
in toto è addirittura tappezzata da plessi vascolari nella sua faccia
interna si può presumere quindi l’esistenza parallela di una ricca innervazione
vegetativa sia efferente (effettori) che afferente (recettori).
Peli
La medicina orientale
tiene in grande considerazione questa formazione anatomica.
Nel Nei King (Bibbia
della Medicina cinese) in modo ricorrente i peli vengono spesso menzionati
ed a loro viene attribuita in modo particolare la responsabilità o meno
di un principio di penetrazione di fattori morbigeni (energie esterne
o geocosmiche equilibrate o perverse).
Le cellule centrali della
matrice danno luogo alla midollare del pelo, alla corticale, alla cuticola,
mentre le file più periferiche della matrice producono la guaina interna
della radice.
A ciascun follicolo pilifero
sono associate una o più ghiandole sebacee ed un fascetto di fibrocellule
muscolari lisce denominate muscolo erettore del pelo ed inserito con
una estremità allo strato papillare del derma e cioè alla guaina connettivale
del follicolo pilifero.
Le ghiandole sudoripare
si distinguono in eccrine che non hanno rapporto con i follicoli piliferi
ed in apocrine che circondano i follicoli piliferi.
Cominciano a funzionare
nella pubertà, producono un secreto più viscoso e sono innervate da
fibre adrenergiche.
Funzioni della pelle
1) Protezione
a) meccanica: la pelle
è elastica, mobile, resistentissima alla trazione.
b) fisica: l’epidermide
assorbe e riflette gran parte dei raggi solari costituendo uno schermo
che impedisce la penetrazione in profondità.
c) chimica: la cute possiede
una specifica resistenza verso le sostanze alcaline a causa del suo
ph acido 5,5.
d) antimicrobica (batteriostatica,
battericida, micostatica, micoticida): questa funzione viene realizzata
dalla sua copertura acida che rimane come residuo dopo la evaporazione
del sudore.
2) Metabolica
La pelle ha molteplici
funzioni metaboliche.
Serve considerare l’origine
embriologica mesodermica per il derma ed ectodermica per l’epidermide.
La sua importanza è condizionata
e conseguente alle numerose formazioni organiche come le ghiandole sebacee,
sudoripare, fibre muscolari lisce ed un letto vascolare.
Funzione di deposito per la pelle in toto
Attraverso questa sua
struttura la pelle interviene in numerosi processi come la termoregolazione,
il metabolismo idroelettrolitico, la eliminazione di sostanze tossiche
di rifiuto.
Funzione di termoregolazione
Il derma e l’ipoderma
costituiscono gli organi più importanti di deposito dei liquidi mobilizzabili
in caso di necessità: il liquido interstiziale ed il sangue.
Con la vasodilatazione
aumenta la superficie di eliminazione del calore, con la vasocostrizione
diminuisce la superficie di eliminazione del calore.
Sia la funzione di deposito
sia quella di termoregolazione si esercitano con la alternanza di vasocostrizione
e di vasodilatazione.
Questa alternanza è resa
possibile grazie ad una ricchissima innervazione vegetativa che circonda
i vasi sanguigni.
Funzione di escrezione
In ventiquattro ore
quasi due milioni di ghiandole eliminano dai trecento ai seicento millilitri
di acqua, cieca il trenta per cento della funzione renale.
A questi vanno aggiunti,
per la traspirazione sensibile e perspirazione insensibile, circa mille
millilitri di acqua per ogni ventiquattro ore in condizioni di bassa
temperatura.
Il residuo secco della
sudorazione varia dall’uno al cinque per cento.
La reazione del sudore
è più spesso acida, ph 5,5, ed il peso specifico va da 1002 a 1100.
Le eccitazioni sono rappresentate
da stimoli termici, pressori sulle vie afferenti vegetative, oppure
da stimoli chimici centrali, superiori (emozione, ansia, angoscia, paura,
stress) che, per l’intermediario dei centri nervosi vegetativi del bulbo,
provocano la stimolazione delle ghiandole sudoripare per la via delle
fibre simpatiche dei nervi spinali.
Funzione di secrezione
Oltre al sudore, la pelle
secerne, con le sue ghiandole sebacee, il sebo in quantità che va da
un minimo di due grammi ad un massimo di dieci, quindici grammi al giorno
(adolescenza, alcune malattie).
La funzione endocrina
della pelle non è stata ancora del tutto chiarita; possiede alcune funzioni
enzimatiche come quelle, ad esempio, che conducono alla sintesi della
vitamina D con l’intervento della luce solare.
Funzione di recettore
Anche, fra l’altro, per
formulare una ipotesi sul meccanismo di azione della Agopuntura bisogna
rifarsi alla concezione della pelle come organo di ricezione.
Da questo punto di vista
la pelle può considerarsi uno schermo biologico con una superficie di
1,6 mq. con due facciate, una esterna ed una interna.
La faccia esterna, l’epidermide,
è di origine ectodermica come il sistema nervoso e gli altri organi
di senso.
A questo livello si proietta
su di essa il mezzo geocosmico ecologico.
La faccia interna è di
origine mesodermica come il sistema vascolare, il sistema corticosurrenale,
ecc..
A questo livello si proiettano,
con l’intermediazione del sistema nervoso vegetativo, gli organi interni.
La facciata esterna è
una proiezione cosciente legata al sistema nervoso somatico.
La facciata interna è
una proiezione a livello subconscio automatico bulbare legata al sistema
neurovegetativo.
Come detto, la pelle
è dotata di numerosissime terminazioni nervose (libere o con corpuscoli
sensitivi) e si può considerare una grande terminazione nervosa con
funzioni molteplici e ben differenziate, tattili, termiche, sensitive,
dolorifiche, capace di informare perfettamente di tutte le più piccole
modificazioni, che noi conosciamo o meno, che avvengono nell’ambiente
esterno il sistema nervoso.
La faccia interna può
essere anche essa considerata un grande recettore però di natura automatica,
subconscia, vegetativa in quanto il derma presenta in tutta la sua superficie
ricchi complessi vascolari dotati di numerose terminazioni nervose sia
effettrici che recettrici.
Il sistema nervoso vegetativo,
con le sue fibre afferenti, senza interruzione, passa attraverso i gangli
simpatici per poi passare con altre fibre afferenti nei nervi spinali
e quindi distribuirle agli arti per i rami comunicanti grigi.
Si può dimostrare che
nervi ad alta autonomia contengono delle fibre nervose che trasmettono
sensazioni dolorose e questa osservazione è valida per tutte le formazioni
nervose simpatiche e parasimpatiche.
Se si sezionano i nervi
che dalla pelle vanno alle radici posteriori del midollo (contenendo
da un punto di vista strettamente anatomico l’insieme delle fibre sensitive)
non si riesce a sopprimere totalmente la sensibilità.
Le fibre sensitive residue
costituirebbero dei tragitti supplementari che seguono un altro corso
della rete distributiva somatica.
Quindi è possibile e
logico ammettere che a lato delle terminazioni o fibre nervose vegetative
che si trovano intorno agli organi dermici ed ai vasi ne esistono altre
(cioè le terminazioni nervose libere amieliniche) che appartengono esse
pure al sistema nervoso vegetativo.
Proprietà della pelle
1) enzimatica
Da molti Autori l’organo
pelle è considerato una ghiandola che secerne enzimi.
Fra le sostanze che sono
prodotte citiamo tre delle più importanti:
- istamina,
- bradichinina,
- serotonina.
L’istamina, ad esempio
liberata dalla infissione di un ago da Agopuntura (la liberazione di
istamina è stata la prima a spiegare l’azione ipodermica attorno al
punto di Agopuntura), mediante una distruzione cellulare, crea un focolaio
di infiammazione che è all’origine del riflesso simpatico generato dalla
irritazione di fini neurofibrille denominate reticolo terminale.
La pelle è la riserva
principale di questa sostanza e ne contiene circa ottanta milligrammi
per grammo di tessuto in contrasto con il midollo che ne contiene solo
due milligrammi per grammo di tessuto.
L’istamina origina dalla
istidina per decarbossilazione nei granuli citoplasmatici delle cellule
intestinali o nello stesso tegumento sotto l’azione dei raggi ultravioletti.
Nel torrente circolatorio
questo tipo di cellule che contengono i precursori dell’istamina esercitano
azioni biologiche di vasodilatazione per azione diretta sugli effettori
istamino sensibili.
Ciò si verifica per l’azione
della istaminasi presente nel fegato e nel sangue.
La forza istaminasica
cresce con il salasso di alcuni punti di Agopuntura, terapia raccomandata
in particolari affezioni; uno di questi punti è il 54 (40) della Vescica
(V 54) che si trova al centro della piega del cavo popliteo ed è considerato
dotato di potenti proprietà antiallergiche.
L’istamina sembra avere
una azione importante sulle ghiandole endocrine, specialmente sulla
midollare surrenale, sui vasi con vasodilatazione ed ipotensione, sulla
glicemia, il colesterolo, il potassio serico, la lipidemia, la fosforemia,
ecc..
2) elettriche
la pelle è generatrice,
recettrice, isolante di elettricità.
Effetto Kelvin: considerando
un conduttore vediamo alla sua periferia accumularsi delle cariche elettriche
dove gli ioni positivi raggiungono generalmente la parte più esterna,
gli ioni negativi la parte più interna.
Bioelettricità cutanea:
quattro sono i coefficienti elettrici in rapporto alla cute:
a) potenziale,
b) resistività,
c) conducibilità,
d) impedenza.
Le proprietà attive corrispondenti
al potenziale elettrico cutaneo endosomatico espressione di processo
biologico attivo.
Le proprietà passive
corrispondenti alla resistività cutanea al passaggio di una corrente
esosomatica.
Questi fenomeni sono
stati inquadrati da Bloch nel 1965 con il nome di attività elettrodermiche.
Queste proprietà elettriche,
resistenza e potenziale, non sono rappresentate con valori fissi.
Sia il potenziale sia
la resistenza di una determinata zona cutanea possono nel tempo andare
incontro a delle modificazioni che sono state inscritte graficamente
secondo i principi delle registrazioni delle correnti biologiche e assumono
la forma di una curva denominata elettrodermogramma (EDG).
Per comprendere la importanza
di questo argomento occorre ricordare che i valori della resistenza
elettrica possono dipendere da molteplici fattori:
a) la corrente di esplorazione
(tensione, frequenza, intensità);
b) gli elettrodi polarizzabili;
c) le variazioni incontrollabili
della corrente;
d) la natura e la superficie
degli elettrodi;
e) la regione esplorata;
f) la presenza di alcuni
fattori esterni eccitanti o interni particolarmente quelli emotivi;
g) azione di fattori
patologici locali o a distanza.
Potenziale elettrocutaneo
La misura del potenziale
elettrico transcutaneo può essere studiata con il metodo della finestra
aperta elettrica cutanea realizzato da Shackel nel 1959 tramite l’erosione
di una piccola zona cutanea.
Le variazioni registrate
possono essere divise in due categorie:
a)variazioni lente di
piccola ampiezza di potenziali dette basali.
Questo potenziale diminuisce
reversibilmente quando viene arrestata per un attimo la circolazione
sanguigna arteriosa nelle membra fino a scomparire quando l’animale
viene sacrificato.
Non viene alterato quando
l’animale viene denervato, ma non è legato a stati psicologici a differenza
delle variazione della resistenza.
Questo potenziale varia
nel tempo al di fuori di qualsiasi risposta elettrodermale;
b) le variazioni rapide
di grande ampiezza di potenziale che appaiono sotto l’influenza riflessa
del sistema nervoso simpatico.
L’onda che ne risulta
ha un periodo di crescita di uno o due secondi e l’altra di ritorno
completo di dieci o quindici secondi.
Questa modificazione
elettrica del potenziale cutaneo rappresenta la risposta galvanica del
potenziale della pelle analoga alla risposta galvanica di resistenza.
Questa risposta sembrerebbe
dovuta a stimoli fisici in rapporto variabile con stimoli a sfondo emozionale.
Il supporto biologico
della reazione galvanica della pelle è meglio conosciuto; si è d’accordo
generalmente nell’affermare che simile reazione è legata all’attività
delle ghiandole sudoripare.
Secondo la maggior parte
dei ricercatori esistono meccanismi responsabili della comparsa delle
due onde corrispondenti della reazione galvanica della pelle.
Le ghiandole sudoripare
originerebbero la componente negativa rapida.
Le cellule dello strato
epidermico originerebbero la componente lenta senza alcun legame con
il sudore.
L’attività elettrodermale
che appare sotto l’influenza di diversi stimoli è l’espressione di certi
riflessi vegetativi dove sono implicati numerosi segmenti centrali e
dove la via afferente è rappresentata da fibre simpatiche postganglionari.
Le modificazioni di potenziale
(rapide) e quelle di resistenza rappresentano un elemento indicatore
della attività nervosa vegetativa assai utilizzato in psichiatria ed
in polizia investigativa (prova con la macchina della verità).
Tutte queste conoscenze
portano alla conclusione che tutti gli stati di angoscia, di sforzo
mentale, di ansia, di stress che sfociano nella cosiddetta tensione
psichica affettiva sono caratterizzati da una variazione di potenziale
rapida ed anche di una diminuzione della resistenza elettrica della
pelle. Bloch distruggendo i gangli simpatici dimostra la scomparsa della
risposta elettrodermale.
E’ stata dimostrata l’esistenza
di una certa forza elettromotrice nell’interno dei capillari periferici
in rapporto al cuore, ne consegue che i capillari situati sotto lo strato
germinativo elettropositivano la loro faccia interna e per contrasto
la loro faccia esterna diventa portatrice di ioni negativi.
Da qui derivano due corollari:
1) questo potenziale
formerebbe una sorgente permanente di energia che potrebbe essere captata
dalla fibre vegetative dell’intima e costituire l’energia vitale;
2) l’azione degli aghi
di agopuntura si spiegherebbe da un lato nella modificazione della ripartizione
delle cariche ionizzate della cute, dei tessuti e degli elementi periarteriosi,
d’altra parte nella realizzazione di uno shunt tra l’elettrizzazione
superficiale e profonda della pelle e nello scaricare il condensatore
pelle.
Resistenza elettrica cutanea
Il corpo umano deve
e può essere considerato come una massa elettrolitica ionica circondata
da un mantello che sottostà alle leggi della fisica ed in particolare
alle leggi dello “skin effect”: quando il corpo umano è collocato in
un circuito elettrico, la corrente elettrica che attraversa un corpo
umano dovrà vincere due passaggi, quello dell’entrata e quello dell’uscita
tra queste due pareti e vincere ancora l’elettrolita centrale.
Viene rappresentato,
dallo scienziato Bordier, il corpo umano a guisa di un circuito elettrico.
L’elettrolita centrale
possiede una resistenza assai debole.
La pelle ricoperta da
elettrodi ha una resistenza molto più forte legata ad una capacità di
alcune migliaia di microfarads per decimetro quadrato.
La misurazione delle
resistenza o della impedenza cutanea si realizza con apparecchi basati
su di uno stesso principio: rilevare le variazioni di intensità di corrente
continua od alternata che attraversa un corpo umano posto tra due elettrodi
di cui uno è detto elettrodo di massa mentre l’altro è detto di ricerca
perché esplora la superficie cutanea. Si è detto dianzi che la pelle
ricopre delle superfici che differiscono per il numero degli elementi
ghiandolari, la loro diversa qualità di escrezione, le diverse formazioni
nervose, il diverso grado di vascolarizzazione.
Queste diverse particolarità
strutturali e funzionali possono determinare delle particolarità di
resistenza nei diversi territori cutanei dello stesso individuo.
Ecco come si spiega la
vasta gamma di resistenza cutanea incontrata sullo stesso individuo
(da 20 a 40 KOhms).
I dati ricavati mostrano
che la pelle, quando una corrente elettrica la attraversa, presenta:
1)una resistenza pura
data dalla pelle e dagli organi interni;
2)una resistenza capacitiva
data dalle proprietà bioelettriche della pelle.
Per questo motivo l’impedenza
elettrica della pelle si misura utilizzando la corrente alternata con
certe frequenze.
Il valore delle impedenze
è differente nello stesso individuo e in diversi individui.
Entrano in causa elementi
che in fisica si chiamano perturbatori quali le reazioni vegetative
anatomiche e psicoregolatrici, il grado di umidità, la natura della
composizione del sudore, l’escrezione di sali, di acidi e di sostanze
anfotere, il grado di imbibizione idrica del tessuto connettivo dermico
e dello strato corneo ritenuto il massimo responsabile del coefficiente
di resistività.
La resistività elettrica
cutanea è molto variabile e può oscillare entro limiti abbastanza alti
(dai 20 ai 50 KOhms).
La proprietà cutanea
di riflettere la sofferenza degli organi interni
La sofferenza viscerale
si manifesta con un gruppo complesso di sintomi tra cui il più importante
è il dolore.
La comparsa del dolore
durante la malattia si può spiegare:
1) con la diminuzione
della soglia di eccitabilità;
2) per la teoria dell’eccitazione
adeguata che per le terminazioni nervose si riconduce a brusca distensione
contro una certa resistenza, uno spasmo o contrattura
accompagnato ad ischemia, una irritazione chimica, una sollecitazione
meccanica.
Le fibre nervose per
il dolore viscerale interessano le vie vegetative specialmente simpatiche
ed in minor numero le parasimpatiche.
E’ interessante notare
come nel corso delle malattie si abbiano molteplici modificazioni della
pelle: disturbi vasomotori e trofici, eruzioni della cute croniche,
variazioni pigmentarie, apparizioni di piccoli tumori, ecc.
Riflessologia
Il corpo umano si presenta
organizzato secondo il principio della metameria.
Nei primi stadi dello
sviluppo embrionale si rileva una rigida struttura con una caratteristica
disposizione dei componenti formati di singoli plessi di uguale forma
che si susseguono sovrapponendosi in un procedimento lineare ed assiale.
I rapporti nervosi (fisiopatologici)
si manterranno anche nel susseguente periodo di sviluppo ed alla fine
dello stesso anche nel caso in cui si siano persi i rapporti lineari
che si avevano rigidamente nel primo periodo di sviluppo.
Ciascuno di questi segmenti
si chiama metamero e consiste di
- una parte cutanea (dermatomo),
- una parte muscolare
(miotomo),
- una parte scheletrica
(sclerotomo),
- una parte vasale (angiotomo),
- una parte viscerale
(viscerotomo),
- una parte del sistema
nervoso centrale (neurotomo).
In fisiologia occidentale
tutti questi metameri si considerano collegati tra loro per mezzo del
sistema nervoso.
Quando uno stimolo colpisce
uno di questi segmenti l’eccitamento viene trasmesso attraverso le vie
afferenti ad un centro nervoso che appartiene allo stesso segmento dal
quale, attraverso le vie efferenti, come riflesso proprioattivo, ritorna
al luogo dello stimolo.
Come stimolo esterocettivo
si riporta alle altre parti del segmento corrispondente.
Quando uno stimolo parte
dal viscerotomo ed eccita il dermatomo dello stesso segmento si parla
di riflesso viscero cutaneo.
Il decorso in senso inverso
realizzerebbe un riflesso cutaneo viscerale.
Il decorso da un viscere
all’altro, infine, riflesso viscero viscerale.
Con questo sistema o
meccanismo tutte le parti di un metamero sono poste in uno stato di
eccitazione nervosa mentre nel corrispondente segmento dal midollo spinale
viene eccitata la sensibilità motoria, somatica, neurovegetativa. Siamo
però solo all’arco diastaltico.
E’ solo una spiegazione
parziale di come una malattia di un organo interno dia luogo a fenomeni
dolorosi e riflessi motori e vegetativi anche a livello cutaneo ed in
altre parti del corpo.
In Agopuntura accanto
alla struttura orizzontale (metamerica) e spino encefalica (corticale)
esiste la struttura dei meridiani principali e secondari del corpo umano
con una complessa rete di comunicazione, di protezione, di trasmissione
che ha una sua organizzazione ben più differenziata, modulata, infinitamente
più complessa ed articolata, pronta nella sua anatomia e fisiopatologia
a soddisfare ogni richiesta del corpo umano sia fisiologica che patologica.
L’ipotesi dell’arco riflesso
diastaltico (anche questa non ancora pienamente dimostrata come meccanismo
di azione) può gettare luce solo su alcuni fenomeni che si verificano
in Agopuntura.
Per questo si può ritenere
che la Riflessoterapia può far parte dell’Agopuntura, ma l’Agopuntura
non è davvero sinonimo di Riflessologia.
Ricordiamo alcuni sistemi
di suddivisione della superficie cutanea in aree di significato Reflessologico
e/o Agopunturale:
- Zone di Head,
- Punti di Weihe,
- Punti ARM
- Punti RIMO
- Zone di Hirata,
- Zone di dermalgia riflessa
di Jarricot,
- Zone di Ingham
meccanismo di azione
di ordine riflesso (e non) dove entrano in gioco fattori di stimolo
e contro stimolo (noti ed ignoti) a livello diencefalico corticale (feed
back),
- punti P. P. (Pressione
Papula) di Omodero (1931).
Questi ultimi punti vengono
chiamati punti pressione perché si evidenziano con la pressione digitale
e punti papula perché al momento che l’organo migliora ed il dolore
riflesso comincia ad attenuarsi compare, simmetricamente al suo posto,
una macchia rossa eritematosa che va trasformandosi in papula .
Questi punti sono collocati
a tre centimetri dalla linea mediana del dorso e corrispondono alle
zone di assentimento dei meridiani o punti IU del dorso sul meridiano
della Vescica.
Omodero nota che vari
punti non sono in rapporto con l’eziologia delle malattie ma con l’organo
interessato.
Ogni metamero del dorso
corrisponde ad una flogosi di un determinato organo.
La stimolazione di una
delle zone di iperestesia cutanea (più spesso il dolore), iperestesia
apparsa come proiezione di una sofferenza viscerale, sortisce un effetto
sorprendente fino a portare alla guarigione o almeno al miglioramento
della attività di organi che sono in stretto rapporto.
Hugh sostiene che se
due tessuti sono innervati dallo stesso segmento, una di due irritazioni,
la più potente, sarà registrata dal cervello sotto forma di una sensazione
dolorosa e poi proiettata alla periferia; questa proiezione dello stimolo
di risposta abolisce il fenomeno minore.
Quanto esposto, a forza
sinteticamente, mostra come la pelle sia un organo complesso la cui
principale caratteristica è l’apparente omogeneità strutturale e funzionale.
Si può tranquillamente
ritenere che l’elemento base delle indagini sulla pelle e le sue funzioni
sia stato il dolore.