La "Mesoterapia" fa la sua prima comparsa ufficiale il 4 Giugno
1958 sulla Presse Medicale per la firma del Dr. Michel Pistor che nè
stato l'iniziatore, che ha impostato la sistematizzazione del metodo e
che ha ideato e costruito anche gli strumenti idonei alla sua attuazione,
i multiiniettori.
La Mesoterapia si avvicina all'Agopuntura quando l'impianto mesoterapico
è effettuato "a secco" cioè senza introduzione
di farmaci e ancora lAgopuntura precorre la Mesoterapia nel caso
della cosiddetta Agopuntura "bagnata" cioè quella effettuata
con aghi preventivamente bagnati con una soluzione medicamentosa idonea.
L'Enciclopedia Universale
Francese così definisce la Mesoterapia Allopatica: "Una metodica
terapeutica Allopatica, leggera, polivalente e regionalizzata: Allopatica
perché fa uso di medicamenti della Farmacopea Ufficiale Allopatica;
leggera per il Paziente che riceve dosi molto basse di farmaci e per l'Ente
Assicurativo Assistenziale che in questo modo spende meno; polivalente
perché viene applicata in malattie diverse che possono interessare
varie branche specialistiche; loco regionale perché i farmaci,
con strumentammo particolare, vengono iniettati nel derma sede della lesione
o prospiciente la lesione stessa oppure nel derma del metamero corrispondente".
La Mesoterapia è
caratterizzata quindi dai seguenti aspetti:
- tecnica iniettiva.
- iniezioni a livello
del mesoderma.
- intervento locale
e non a distanza.
- iniezioni molteplici.
- dosi minime.
- azione riflessoterapica
(microtraumi).
- azione farmacodinamica
specifica.
Pistor riferisce che
lo spunto per l'ideazione della Mesoterapia fu l'osservazione degli operai
di fonderia che, quando si ustionavano, rimettevano la parte ustionata
in vicinanza di un ferro rovente allo scopo di attenuare il dolore mettendo
in pratica il detto "chiodo scaccia chiodo" (l'Omeopata direbbe
"Similia similibus curentur").
Pistor ha formulato
la teoria delle equivalenze dolorose (concettualmente riflessologica):
un dolore antico e permanente (e con dolore si vuole intendere una qualunque
patologia) può essere inibito quando si provochi nella stessa zona
un dolore molto breve e più intenso (facile il rapporto con l'azione
del rimedio Omeopatico evidenziata in maniera netta durante l'aggravamento
transitorio tenendo però presente che questo è in realtà
il modo reattivo fisiologico dell'organismo sottoposto ad uno stimolo
idoneo).
A questo meccanismo
di azione riflessologico va naturalmente aggiunto quello farmacologico
e di mediazione bioumorale che permettono più compiutamente di
chiarire la vastità della portata degli effetti terapeutici della
Mesoterapia.
Già Jarricot
aveva definito i rapporti di corrispondenza tra un disturbo di un viscere
interno e una zona precisa di proiezione cutanea del dolore: ad unalterazione
di un organo interno corrisponde uniperalgesia superficiale in una
determinata zona; il riscontro di una zona cutanea iperalgica permette
di diagnosticare l'organo interessato.
La stimolazione della
zona cutanea iperalgica è in grado di riflettere sullo stato dell'organo
in relazione inducendovi modificazioni in senso equilibratore.
La via Mesoterapica
di introduzione dei farmaci permette, per diffusione, in minor tempo ed
in maggiore concentrazione, che essi giungano direttamente nelle zone
dove svolgono la loro azione.
Ogni cocktail ha solitamente
come farmaco base la Procaina o la Xilocaina (ovvero Carbocaina) che sommano
la loro azione riflessoterapica di tipo ipostimolante, per anestesia delle
terminazioni nervose periferiche, a quella specifica diretta vasodilatatrice
la Procaina, vasocostrittrice la Carbocaina.
Analizzando la motivazione
della sede di iniezione, intradermica, in corrispondenza della zona alterata
(intervento locale) o in vicinanza della stessa o nel derma del metamero
corrispondente, si nota che, con l'assunzione per via orale o per via
intramuscolare o endovenosa, il farmaco, una volta in circolo, viene distribuito
a tutto l'organismo, diversamente secondo la portata circolatoria dei
vari organi (farmacocinetica), di modo che nella zona bersaglio arriva
una minima quantità di farmaco che può diventare nulla se
sono presenti alterazioni della microvascolarizzazione che, infatti, sono
sempre concomitanti alle diverse patologie.
Con le abituali vie
di somministrazione, il farmaco, sicuramente modificato e diluito nel
tragitto dal luogo di somministrazione alla parte malata (cui rischia
di non pervenire per niente), si distribuisce anche dove non solo è
inutile ma può essere addirittura dannoso.
E' per questo che,
con le vie di somministrazione abituali, quantità e concentrazione
del farmaco devono essere grandi per poter supporre (e anche questa speranza
è facilmente attaccabile sul piano logico) che almeno una parte
arrivi al bersaglio in concentrazione utile per esplicare unattività
terapeutica (farmacodinamica).
Se l'inoculazione avviene
direttamente nella parte ammalata o nella immediata vicinanza di essa
(dermatomero) occorrerà una quantità minima ed in bassa
concentrazione risparmiando più sicuramente al contempo tessuti
cui non necessita la stimolazione farmacologica o che da essa potrebbero
ricevere danno.
Lo studio dei sinergismi
dei farmaci che compongono il cocktail da iniettare permette unulteriore
riduzione delle quantità assolute a parità deffetto
farmacologico (l'associazione con l'anestetico locale, diminuendo la velocità
di circolo, rallenta il tempo dassorbimento e di conseguenza prolunga
quello dattività farmacologica)..
Con la Mesoterapia
sinterviene quindi localmente e non a distanza dalla lesione e si
praticano tante piccole iniezioni ciascuna con dosi minime di farmaco
ottenendo cosi diversi risultati:
1) Certezza che il
farmaco arrivi nella zona malata.
2) Maggiore rapidità
con cui il farmaco raggiunge la zona malata ed inizia la sua specifica
attività.
3) Minore quantità
e minore concentrazione di farmaco che occorre impiegare con conseguente
notevolissimo innalzamento dell'indice terapeutico.
4) Maggior concentrazione
locale di farmaco ottenuta pur con dosi minime.
5) Maggiore durata
della azione farmacologica.
6) Assenza di ogni
rischio di coinvolgimento di parti sane in un trattamento per esse non
necessario o che per esse può addirittura rivelarsi nocivo.
Dato che la Mesoterapia
interviene su una zona, a volte estesa, con numerose microiniezioni, era
naturale che si studiassero degli strumenti, lo stesso Dr. Pistor
li ha ideati, per agevolare l'intervento consentendo la distribuzione
simultanea e bilanciata delle soluzioni iniettate.
Il multiniettore è
scelto secondo la conformazione della sede dimpianto e del tipo
di lesione da trattare.
I multiniettori sono
di varia forma e a vario numero dugelli (coduli):
a) Multiniettori rotondi
da 3/5/7/12/18/36 aghi.
La siringa è
collegata ad una piastra rotonda con numerosi coduli su cui sono inseriti
tanti piccoli aghi (aghi di Weber) che vengono a contatto con la pelle
contemporaneamente.
b) Multiniettori lineari
da 3/5/7 aghi.
La siringa è
collegata ad una piastra rettangolare sui cui coduli sono inseriti gli
aghi disposti linearmente.
Multiiniettore metallico con siringa in vetro
(Per gentile concessione della ditta Ri.Mos S.r.l., Mirandola, Modena)
Spaccato di multiniettore metallico che mostra
le condizioni dell'interno della camera
(Per gentile concessione della ditta Ri.Mos S.r.l., Mirandola, Modena)
Kit monouso per Mesoterapia e Biomesoterapia
(Per gentile concessione della ditta
Riassumendo:
La Biomesoterapia,
delloriginale concezione Mesoterapica secondo il Dr. M. Pistor,
ha conservato la piastra multiaghi (multiniettore), l'uso della Procaina
(in soluzione decimale) come base del cocktail, l'azione riflessologica.
Dal trattamento Biomesoterapico
sono stati esclusi i farmaci Allopatici che, sia pure a dosi ridotte,
conservano la loro azione soppressiva, tenuto anche conto della maggior
efficacia e rapidità dei risultati ottenibili con le soluzioni
di rimedi Omeopatici che inoltre sono completamente esenti da qualsiasi
effetto secondario (collaterale) indesiderato (allergia, induzione di
metastasi patologica).
A causa della sensibilità
all'ambiente delle soluzioni dei rimedi Omeopatici e per motivi delementare
quanto doverosa igiene (presenza all'interno della camera del multiniettore
metallico di residui da sterilizzazione e/o di tracce di sangue e di cocktails
dei precedenti impianti), il multiniettore metallico è stato sostituito,
dopo vari studi e sperimentazioni (effettuate in Italia congiuntamente
dal Centro Medico Omeopatico di Rimini e dalla R.A.M. s.a.s di Mirandola
di Modena, Società che si occupa dello studio e dellapplicazione
tecnologica di materiali plastici per uso medico), con una piastra (multiniettore)
sterile, monouso, di materiale inerte, applicabile alla normale siringa
di plastica da venti cc., che non inquina né i mélange Omeopatici
né, tanto meno, i cocktails Allopatici impiegati in Mesoterapia.
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