Lo studio delle zone podaliche
è sicuramente, per la sua assoluta mancanza dinvasività
e per la sua eccezionale precisione e chiarezza di risposta, il metodo
diagnostico (diagnosi d'organo, di correlazioni patologiche e diagnosi
differenziale) più alla portata di tutti ed indubbiamente il più
rapido da eseguire.
L'origine del massaggio,
di quello podalico in particolare, è antichissima; è sufficiente,
per provarlo, fare riferimento al valore dato al piede ed ai suoi significati
dalle concezioni medico religiose più antiche come ad esempio quella
Indiana in cui il piede rappresenta il primo momento evolutivo e nello
stesso tempo la sintesi dinamica psicofisica dell'Uomo documentata nelle
sue zone costitutive.
E' classico citare il piede
del Buddha in cui è raffigurato simbolicamente il divenire dell'uomo
dall'acqua fredda e buia fino alla sua massima manifestazione, dal tallone
(la cui immagine ricorre anche nella simbologia della mitologia Greca),
regno dei pesci, alla punta delle dita sede della percezione più
alta attraverso le varie forme animali e con al centro della pianta la
ruota del sole (tutto il divenire ruota attorno alla sua luce).
Dal gesto istintivo passando
attraverso le applicazioni fisiochinesiterapeutiche delle culture soprattutto
Orientali (il massaggio distensivo delle dita del piede dei massaggiatori
Tailandesi, il massaggio lineare dei Cinesi, la compressione shiatsu delle
zone dei piedi eseguita dai Giapponesi), per avere testimonianze in Occidente
si arriva all'inizio del 1900 (1913).
Il Medico Americano William
M. Fitzgerald specialista in Otorinolaringoiatria ma dalla vastissima
cultura medica, gran viaggiatore, notò che esercitando pressione
su certe parti del corpo era possibile compiere piccoli interventi chirurgici
senza bisogno danestesia.
L'osservazione sistematica
Gli permise di tracciare una mappa che prevede l'esistenza di dieci "meridiani",
attraversanti il corpo umano in senso longitudinale, che lo dividono in
pari numero di zone ciascuna delle quali contenente organi e parti del
corpo proiettanti riflessi su una corrispondente zona dei piedi e delle
mani.
Il primo resoconto che
tratta di questa concezione zonale fu scritto dal Dr. E.F. Bowers, discepolo
di Fitzgerald, nel 1916, il quale chiamò questo metodo "Zone
Theraphy".
Ulteriore impulso alla
divulgazione ed al perfezionamento del metodo fu dato dal Dr. J. Riley
al quale si devono inoltre mappe molto dettagliate e la pubblicazione,
nel 1919, del libro "Zone theraphy simplified".
La sistematizzazione definitiva
si deve, nel 1930, alla massaggiatrice Americana, discepola di Riley,
Eunice D. Ingham che ribattezzò il metodo "Ingham reflex method
of compression massage".
Gli allievi della Ingham
portarono il metodo a larga diffusione negli States.
Negli anni '70 si cominciò
a praticare in Europa.
E' doveroso citare, non
potrebbe essere altrimenti, l'Agopuntura.
La meticolosa osservazione
della Tradizione non si è lasciata sfuggire l'importanza del nostro
contatto con la Terra considerandolo addirittura come il tramite di ingresso
dellenergia "terrestre", appunto, nell'organismo.
La finissima ricognizione
dei sintomi prettamente podalici e l'importanza che ai punti del piede
è attribuita dall'Agopuntura nè la dimostrazione più
valida.
Citando alcuni dei nomi
più famosi della Podologia (Massaggio Zonale) si fa notare, per
i cultori delle curiosità dello Yin/Yang, la schiacciante prevalenza
femminile ai vertici della branca: Mildred Carter (Americana), Hanna Marquardt
(Tedesca), Doreen Bayly (Inglese).
Come accennato, è
l'aspetto diagnostico del metodo (e successivamente terapeutico) che qui
preme rilevare.
La raffigurazione schematica
del feto e la ripartizione delle zone di riflesso dei vari organi nel
piede è argomento noto sul quale non necessita dilungarsi e comunque
per chiunque di facile apprendimento.
Al Medico che "visita"
il Suo Paziente attraverso la "lente" chiarificatrice del piede
si offre una stupenda opportunità: poter effettuare, con la massima
semplicità e velocità, la diagnosi eziologica dei disturbi
che sono riferiti.
L'analisi podologica rivela,
infatti, in maniera netta, nel corso delle più svariate patologie,
l'interessamento primitivo o secondario degli organi nobili e permette
di seguire l'evolversi dinamico del procedimento di guarigione o daggravamento
delle sindromi in rapporto al trattamento.
Il rilievo zonale non può
prescindere (è il caso di chiarire quanto prima accennato a proposito
di Agopuntura) dalle correlazioni analogiche della fisiologia Agopunturale
che costituiscono la reale possibilità di chiarimento dei dati
provenienti dallanalisi podologica, permettendo una comprensione
globale delle interreazioni fra i vari organi e sistemi implicati nelle
varie sindromi.
L'analisi del piede permette,
integrata in tal modo, di chiarire rapporti anatomo funzionali ed eziopatogenetici,
insospettati ed insospettabili in altra maniera per l'indagine tradizionale,
indirizzando correttamente il trattamento.
La diagnosi podologica
si basa essenzialmente sull'ispezione, la palpazione superficiale (anche
lo sfioramento) e profonda delle zone o aree podaliche.
I dati che si rilevano
su di esse (raffrontando le zone sensibili alle mappe di corrispondenza),
forniscono il quadro degli organi implicati nella sindrome in atto.
Per fare diagnosi, si dovrà
procedere tenendo presenti quattro elementi fondamentali:
1) se una zona podalica
viene rilevata estremamente dolorosa (a volte solo allo sfioramento o
anche spontaneamente) e "piena", si penserà ad un fatto
infiammatorio acuto a carico dell'organo o viscere corrispondente.
2) se viene rilevata dura,
consistente, "piena", ma indolente, ad essa fa riscontro un
processo infiammatorio spento che ha lasciato nell'organo corrispondente
dei depositi (fase di impregnazione) quali calcoli, tessuti fibrotici
(cicatrici), fibromi, etc.
3) se la zona viene rilevata
atonica, con sensazione di vuoto al dito indagatore, con un risveglio
di sensibilità dolorosa e sorda alla palpazione profonda, tale
rilievo rappresenta il segnale di un processo infiammatorio cronico esistente
nell'organo corrispondente.
4) se la zona viene rilevata
atonica e "vuota" al dito indagatore ma insensibile anche alla
palpazione più profonda, le ipotesi possono essere due:
a) blocco energetico causato
dall'uso, avvenuto in tempi precedenti, di farmaci Allopatici ad azione
soppressiva (pomate occludenti, antibiotici, cortisonici, cemetidina,
betabloccanti, etc.).
b) cicatrici laparatomiche
o traumatiche (segnatamente quelle localizzate alla cintura).
Accertate le zone rivelatrici
di patologia, si completa l'indagine con l'interrogatorio ulteriore del
Paziente (facendo tesoro della guida fornita dallindagine podologica)
e con i rilievi clinici necessari.
Si procede successivamente,
se necessario, ad un energico massaggio della zona corrispondente (all'organo
o viscere) della mano (la mano è un relais che fa da ponte fra
piede ed orecchio), massaggio prolungato che di solito fa riapparire la
sensibilità nelle zone podaliche (o auricolari) prima mute.
Va considerata la stagione
al momento della visita:
- in Primavera, in Estate
ed all'inizio dell'Autunno sono più sensibili i punti auricolari
(prevalenza dello yang).
- nel tardo Autunno, in
Inverno ed all'inizio della Primavera sono più sensibili le aree
podaliche (prevalenza yin).
Se anche dopo il massaggio
della mano, le zone suddette rimarranno mute, come pure i punti attivi
shu antichi (distali), araldo e dassentimento, bisogna sospettare
la presenza di un processo sostitutivo (eteroplastico) già in atto.
Sarà d'obbligo,
in tal caso, espletare tutti gli accertamenti per confermare o meno il
sospetto e in caso di negatività degli accertamenti mantenere comunque
sotto controllo il Paziente per un convenientemente lungo periodo di tempo.
Come accennato, l'esame
delle zone va rapportato alle mappe podaliche ma, per inquadrare correttamente
l'organo sofferente nella sindrome controllata, è necessario avere
il conforto dell'esame auricolare e dei punti attivi dei Meridiani (punti
shu distali, araldo (yin addominali), dassentimento (yang dorsali),
completando con l'interrogatorio Omeopatico integrato dalla diagnosi Agopunturale
(ciclo Keng/Ko).
Le cognizioni della fisiopatologia
circolatoria energetica spiegano, ad esempio, come in un soggetto che
lamenta un blocco lombosacrale, si rilevi piena, dura, consistente, dolente
anche al solo sfioramento, la zona di corrispondenza podalica del Grosso
Intestino.
A tali indagini farà
seguito la scelta del rimedio unico (quando possibile) o di un complesso
di rimedi da inserire nel cocktail e la scelta delle zone e dei punti
da privilegiare per l'impianto Biomesoterapico facendo ricorso al multiniettore
per le zone e all'ago singolo per i punti non accessibili al multiniettore.
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