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Riflessoterapia in Biomeso

 

 

Il funzionamento del corpo umano si può interpretare attraverso un principio basilare: la metameria che domina tutto l'organismo sul piano strutturale e funzionale.
Nei primi stadi di sviluppo si rileva una disposizione evolutiva costituita da singoli segmenti d’uguale struttura che si sovrappongono in successione lineare e piramidale.
Ciascuno di questi segmenti è formato da una parte esterna, cute (dermatomo), da una parte media, muscolatura (miotomo), da una parte interna di sostegno, scheletro (scheletrotomo), dal sistema vascolare (angiotomo), dai visceri (viscerotomo), dal sistema nervoso centrale e periferico che presiede al collegamento dei vari metameri (neurotomo).
Quando uno stimolo interessa uno dei metameri, la variazione di potenziale viaggia per la via neuro afferente fino al centro nervoso al quale il segmento è collegato e da esso, attraverso le vie neuroefferenti, ritorna al punto di partenza sotto forma di sensazione (stimolo propriocettivo).
Quando uno stimolo parte dal viscerotomo ed eccita il dermatomo corrispondente s’instaura un riflesso viscero cutaneo con le relative sensazioni mentre il percorso in senso inverso provoca un riflesso cutaneo viscerale.
Quando uno stimolo va da viscere a viscere s’induce un riflesso viscero viscerale.
In questa maniera, tutte le parti del metamero sono poste in uno stato d’eccitazione nervosa, con la mediazione del segmento del midollo spinale corrispondente, in comunicazione somatica, motoria e neurovegetativa.
In tal modo si spiega come la sofferenza di un organo interno possa dar luogo a riflessi cutanei, dolorosi, motori, vegetativi.
L'ipotesi dell'arco diastaltico riflesso fa luce solo in parte, tuttavia, perché non può spiegare l'interessamento dei centri nervosi superiori a quelli dell'arco riflesso considerato.
Già dal 1893, Henry Head ha dimostrato come determinate affezioni viscerali producono un’iperestesia di zone cutanee topograficamente ben definite così come l'apparizione di un’iperestesia in una zona cutanea segnala la presenza di un disturbo in un organo profondo.
Le sofferenze degli organi profondi non sono mai risentite in situ ma proiettate sulle zone cutanee corrispondenti toraciche ed addominali con frequente irradiazione agli arti.
Alle ulcere gastriche o duodenali corrisponde il dolore proiettato sulla cute della regione epigastrica e zona cutanea dorsale diametralmente opposta; in corso di colica epatica alla regione scapolare destra o sinistra; in corso di polmonite (dolore puntorio) al derma della zona toracica corrispondente; in corso di colica renale alla regione cutanea corrispondente fino a tutto il pene e all’emiscroto omolaterale o al labbro vulvare omolaterale; in corso d’angina pectoris all'emitorace, braccio e mano più frequentemente sinistri.
L'anestesia della zona cutanea dolorosa con Novocaina riesce il più delle volte a far scomparire il dolore viscerale corrispondente.
Il neurofisiologo Hugh spiega questo fenomeno con la seguente ipotesi: allorché due zone innervate da rami nervosi dello stesso segmento midollare sono stimolate nello stesso momento, soltanto una delle due stimolazioni, la più potente e meglio modulata, sarà quella registrata a livello talamo coticale.
Ne consegue che uno stimolo più forte indotto per mezzo che idonei strumenti e sostanze (ago, ago + farmaco), opportunamente impiegati secondo l’intensità del dolore riflesso, rappresenterà l'elemento determinante nella risoluzione della patologia di base eliminando lo stimolo d’intensità inferiore.
Head ha stabilito la topografia delle zone cutanee corrispondenti ai dolori di differenti visceri.

 

 

 

Zone di Head

 

Le zone di Head sono determinate seguendo sulla cute il tragitto dei nervi periferici derivanti dai segmenti midollari.
Per gli organi impari (milza, fegato, pancreas) i dermatomi che a loro corrispondono sono omolaterali, per gli organi impari a sede mediana (vescica) e per quelli pari, quando uno di questi si ammala, si apprezza un’iperalgesia sul segmento cutaneo corrispondente al lato ammalato.
Il cuore è posto e orientato per lo più a sinistra ed il dolore che gli corrisponde è prevalentemente proiettato su emitorace, braccio, avambraccio, quinto dito di sinistra, regione gastrica e duodenale.
La proiezione del dolore a livello cutaneo nelle patologie gastriche e duodenali dipende dalla localizzazione del processo morboso a sede nella parete anteriore o posteriore del viscere.
Nella localizzazione alla parete anteriore i segni riflessi hanno sede a sinistra, mentre nella localizzazione alla parete posteriore si manifestano a destra.
Ciò dipende dal fatto che, prima del movimento di torsione subito dallo stomaco e dal duodeno nel corso del suo sviluppo embrionale, quella parte che diventa la parete anteriore si trovava a sinistra e quella che diventa posteriore a destra.
Confrontando le zone di Head con i punti Cinesi d’Agopuntura, si ritrova una corrispondenza abbastanza esatta per quello che riguarda le zone toraciche, meno stretta per quelle addominali, nessuna per le zone riflesse del capo.
Jarricot ha ulteriormente raffinato lo studio delle zone di Head.
Egli ha riscontrato l'esistenza di caratteristici segni nelle regioni dermiche i quali accompagnano certe visceralgie.
Queste regioni sono chiamate zone di dermalgia riflessa e sono di facile riscontro.
La tecnica consigliata per determinarle consiste nell'appoggiare il bordo radiale dei pollici a piatto sulla regione prescelta formando così una barriera continua contro cui dovrà urtare la piega della pelle e del sottocutaneo spinta ai lati dagli indici e medi delle due mani (palpazione zonale, palper roulé).
Con questa tecnica palpatoria si apprezzano due fenomeni:
- fenomeno oggettivo, rilevato dal Medico, costituito da una netta sensazione d’aumento di resistenza del tessuto dermico, impressione d’impastamento (cellulite dermique reflexe).
- fenomeno soggettivo, denunciato dal Paziente, costituito da un dolore d’intensità crescente fino a raggiungere un punto in cui l'intensità è massimale.
Jarricot, studiando le proiezioni dermo viscerali sulla parete anteriore e posteriore del torace, dell'addome e dei lombi, ha concluso che le zone d’iperestesia massimale sono sempre situate a livello del complesso nervoso simpatico dermico corrispondente alle zone di sfioccamento dei rami perforanti anteriori del nervo toracico o addominale che interessa il dermatomo.
Ne consegue che la stimolazione di una zona di iperestesia cutanea, comparsa come proiezione di una sofferenza profonda viscerale, porta alla remissione o al miglioramento delle turbe organiche che ne sono causa.
Su questi presupposti si basano i metodi per il trattamento delle algie viscerali di Danielopulos e Lemaire che hanno impiegato analgesici o farmaci indicati al tipo di patologia, per via intradermica, in loco dolente.

 

Zone di Jarricot

 

Tale metodologia potrà essere utile soprattutto per i Biomesoterapisti neofiti che potranno ottenere risultati immediati nella terapia delle sindromi acute.
La peculiarità del dolore viscerale, scatenato da una disfunzione o da un’infezione, è, a differenza del dolore somatico, la sua imprecisa localizzazione e piuttosto la sua localizzazione ad aree cutanee o meglio l'impressione che venga da tali aree.
La zona di riferimento, per un determinato organo interno, coincide con la distribuzione segmentale delle fibre nervose della sensibilità somatica che penetrano nel midollo spinale allo stesso livello delle fibre afferenti dell'organo in questione.
Ad esempio, il dolore d’origine cardiaca si estende al lato sinistro del torace ed al lato interno del braccio sinistro perché i neuroni sensitivi che partono dal cuore così come quelli che provengono da dette aree superficiali, penetrano nei segmenti spinali toracici, quasi costantemente, dal lato sinistro.
Analogamente il dolore che parte dalla colecisti o dai dotti biliari è avvertito nei quadranti addominali superiori e nella regione interscapolare destra.
Il dolore proveniente dai reni, dagli ureteri e dall'uretra è avvertito a livello del fianco e della regione del segmento omolaterali.
Il dolore appendicolare inizia dall'ombelico ma si sposta al quadrante inferiore destro dell'addome allorché il processo infiammatorio guadagna il peritoneo adiacente: la proiezione cutanea è rappresentata dal noto punto di Mac Burney, di grande importanza diagnostica.
Questa topografia superficiale del dolore si è rivelata tanto valida in Medicina da far introdurre nell'uso comune veri e propri atlanti del dolore.
Comunque, per comprendere in pieno il fenomeno del dolore riferito o riflesso bisogna ineluttabilmente rifarsi all'organizzazione embriologica dei tre foglietti parietali della gastrula.
L’ectoderma nella sua parte mediana crea la doccia neurale; essa s’incurva sempre di più fino a creare un tubo che si effonde nell'embrione a stretto contatto con l’ectoderma da cui proviene.
L'ectoderma dà origine alla pelle ed alle fanere, mentre il tubo neurale dà origine alle formazioni nervose.
La parte anteriore del tubo forma delle vescicole che danno origine alle formazioni cerebrali e cerebellari, mentre la maggior parte del tubo neurale dà origine al midollo ed al tronco cerebrale.
Vi è una parte di transizione fra l'ectoderma ed il tubo neurale, chiamata cresta neurale, che si trova appunto tra il tubo neurale e l'epidermide.
Essa dà origine alle cellule sensitive, i gangli a T sensitivi propri di ciascuna radice ed ai gangli simpatici.
Quindi i gangli simpatici e le cellule sensitive hanno la stessa origine embrionale e rappresentano il passaggio fra il tessuto nervoso e cutaneo.
Si vede come, a livello del tronco, si situano i livelli dermatomerici dell'embrione; si trova un parallelismo stretto fra la situazione sensitiva e simpatica.
Prendendo come modello il pancreas, ad esempio, si vede com’esso sia innervato dalla parte centrale del midollo (Pars intermedia medullaris) e dall’innervazione neurovegetativa; esse presentano un relais a livello gangliare e del ganglio simpatico, le cui fibre discendono per andare ad innervare le cellule esocrine ed endocrine.
Da tali cellule una via afferente parte per ritornare attraverso le radici anteriori al midollo e di là al sistema nervoso centrale.
Considerata l'embriologia comune propria del ganglio simpatico e di quello sensitivo, si vede, a livello del ganglio simpatico, il formarsi di un'articolazione con la via sensitiva; vi è cioè una proiezione che segue la radice sensitiva e giunge alla pelle.
Quando il pancreas funziona in modo fisiologico non si ha una proiezione patologica sensitiva; se il pancreas è interessato da una qualunque patologia si ha immediatamente una proiezione patologica non sensitiva ma neurovegetativa a livello della pelle; si verifica quindi, a livello cutaneo, una risposta neurovegetativa e non sensitiva: si tratta di un influsso che interessa la vita neurovegetativa cutanea.
Il sistema simpatico della pelle è un sistema che circonda i vasi, localizzati su tre piani, a livello del derma.
Un influsso vagotonico d’origine viscerale rappresenta il modo d’attacco acuto di un viscere e si proietta sulla pelle creando una parasimpaticotonia arteriosa cioè uno stato di stasi.
Sulla regione di proiezione cutanea del viscere interessato si ha una stasi che si verifica solo a quel livello (miogelosi).
Esiste però anche una proiezione simpatica che fa da reostato a tutti i recettori cutanei (dischi di Meckel, corpuscoli di Meissner, di Krause, di Ruffini, di Golgi, di Pacini).
Il sistema nervoso simpatico è appunto continuamente deputato a regolare la sensibilità di tali terminazioni.
Quando si verifica una miogelosi (edema localizzato nel derma) esiste anche una modificazione dei recettori del tatto e del calore; si verificherà, a livello della proiezione cutanea di un viscere interessato, da una parte una modificazione edematosa, dall'altra una modificazione delle sensibilità propriocettive della pelle.
Se, a livello della cute, si effettua una ricerca palpo pressoria, è possibile sia apprezzare un edema, quindi un fenomeno oggettivo dovuto alla particolare tecnica palpatoria (arresto resistenza alla progressione dei pollici che spingono la pelle), sia, contemporaneamente, una modificazione soggettiva per cui, in una zona precisa, il Malato avverte un dolore massimale (di tipo simpatico dal momento che si tratta di un interessamento del sistema simpatico).
Jarricot ha chiamato tali regioni "zone di dermalgia riflessa" ("zone di cellulite algica riflessa"); esse sono, in effetti, espressione di stati di cellulite algica.
Occorre tenere presente che tali zone non sono spontaneamente dolorose poiché si tratta di proiezioni simpatiche e non sensitive; secondariamente esse sono rilevabili solo in caso di patologia a carico dell'organo che sulla zona proietta.
Ciò è valido però solo quando è interessato il sistema parasimpatico; vi possono, infatti, essere dei dolori cronici dovuti ad interessamento del sistema simpatico.
In questi casi si avranno ugualmente delle modificazioni, a carico dei recettori, responsabili però di uno stato di vasocostrizione arteriosa e non più di una vasodilatazione.
Si verificherà, in questo caso, uno stato di retrazione che Bourdiol ha chiamato "il cristallo".
Esso si apprezza sotto l'unghia come un qualcosa di piccolo, simile ad un grano di sabbia, con piccole zone aguzze, la cui detezione è estremamente dolorosa.
E' evidenziabile solo quando vi è uno stato d’ortosimpaticotonia sottostante.
Il caratteristico "cristallo" si ritrova quindi o a livello degli arti, ove il sistema parasimpatico non è presente, o su dei tessuti duri, come aponevrosi tese e ossa, mai su degli elementi grassi.
Si distinguono due categorie di cellulalgie riflesse:
- le grosse dermalgie che Jarricot ha chiamato dermalgie riflesse: presentano una miogelosi.
- le cellulalgie caratterizzate dalla presenza di una vasocostrizione con presenza del cristallo.
Questi due tipi di cellulagie si accompagnano a modificazioni delle terminazioni nervose libere.
Poiché in esse esiste un contingente simpatico, in seguito ad un’eccitazione abnorme del sistema simpatico anche tali fibre sono stimolate.
Quindi, al rilevamento, tali zone presentano uno stato d’iperestesia sovrastante al cristallo nel caso di una dermalgia riflessa ortosimpatica mentre nel caso di una dermalgia riflessa parasimpatica si ha una zona d’ipoestesia.
Questo fenomeno era già noto agli Agopuntori: chiamando Yin l'elemento parasimpatico si vede come tale punto sia caratterizzato da una sovra elevazione con un cratere al centro nel quale la puntura non è dolorosa poiché il punto é ipoestesico.
Ove abbiamo invece la presenza del cristallo si ha una reazione ortosimpatica ed il punto presenta una caratteristica iperestesia Yang.
Le fibre delle sensazioni tattili esterocettive passano nella parte centrale del midollo, ove trova posto il sistema simpatico, in quella che è chiamata pars intermedia medullaris.
Le fibre delle sensazioni termiche occupano invece la parte laterale del midollo.
Esiste una patologia conosciuta sotto il nome di siringomielia nella quale si ha una dissociazione termo algesica.
Si è visto come nelle cellulalgie riflesse di tipo parasimpatico sia caratteristica un’ipertermalgesia mentre in quelle ortosimpatiche un’ipotermalgesia.
Esiste quindi a carico di questi punti dermalgici o punti di Agopuntura una dissociazione di tipo siringomielico per cui tali punti risultano essere iperbarestesici, iperestesici ed ipotermalgesici.
Se pungiamo il punto con un ago d'oro e lo riscaldiamo, il Paziente impiega parecchio tempo a sentire il bruciore.
All'opposto vi sono dei punti che sono ipertermalgesici nei quali un calore di 38° è apprezzato come bruciante.
Su tali punti la puntura non è praticamente avvertita poiché sono ipoestesici.
Il Malato che riferisce di avere una diminuita sensibilità sia termica sia sensitiva ha spesse volte una patologia d’origine centrale, talamica.
Quando invece il Paziente ha una diminuita sensibilità al tatto ed alla pressione ma è ipersensibile al calore o viceversa ci si trova di fronte ad un problema riflesso, recuperabile con una manipolazione.

 



 

Riflessoterapia in Biomesoterapia
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the pressure pain point in Acupuncture, a illustrated diagnostic guide to clinical Acupuncture
Ed. Chen Kwan book co. Ltd., Taipei, Taiwan, Republic of China, 1983.

GIRALDI E. / SUSANNA T./TOMASI G.:
IL MARTELLETTO A FIORE DI PRUGNA,
teoria e pratica terapeutica
Ed. IPSA, Palermo, 1987.

GIUDICE G. CARLO / LANZA RUDY:
NUOVI PUNTI E NUOVE TECNICHE IN AGOPUNTURA
Ed. Studio Editoriale Espansione, Luserna S.G. (TO), 1981.

KENYON J. N.:
TECNICHE MODERNE di Medicina elettronica, Agopuntura, Auricolomedicina, Pulsografia
Ed. di red/studio redazionale, Como, 1985.

MILANI LEONELLO:
AGOPUNTURA SCONOSCIUTA E NUOVA
Ed. Libreria Cortina, Milano, 1980.

NEGRO F. E./RINALDI R./SPONZILLI O./ VARRASSI G.:
AGOPUNTURA interpretazioni ed applicazioni
Marrapese Ed. D.E.M.I., Roma, 1983.

TADONIO S. M.:
TRATTATO DI REFLESSOLOGIA DEL TESSUTO CONNETTIVO
Ed. Pluridimensione, Bologna, 1984.

Vedi anche Bibliografia Agopuntura

 

Bibliografia Riflessoterapia
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