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A proposito di allergie

Alcune valutazioni d’igiene naturale su questo problema

Le allergie, ci hanno insegnato, dipendono da sostanze, esterne al nostro organismo, che scatenano una serie di reazioni a rapida manifestazione, distinguendosi dalle intolleranze che invece rappresentano l’effetto di assunzioni prolungate di una sostanza, nociva al nostro organismo, ma cui ci si è abituati, con conseguenti manifestazioni patologiche che difficilmente trovano una relazione diretta con la manifestazione del sintomo, anche dopo vari anni.

È bene distinguere tra allergie in senso stretto e avvelenamento: quando un organismo si trova in una situazione di eccessiva intossicazione o in uno stato di squilibrio alimentare, aumenta la sensibilità nei riguardi di sostanze normalmente presenti nell’ambiente che ci circonda (pollini, polvere, acari ecc.), che, fino a quel momento, non causavano disturbo.
In caso di raffreddore, basta anche un granello di polvere per scatenare starnuti, che normalmente non si manifestano, lacrimazioni, occhi gonfi, forte secrezione del naso.
L’allergia quindi è intesa come ipersensibilità (dovuta a squilibri interni) a sostanze comunemente presenti nell’ambiente.
Contrariamente a quanto si pensa, affrontare un’allergia richiede impegno nella riduzione di tutte le cure allopatiche, tenendo presente che lo stress, il superaffaticamento, l’apprensione, le preoccupazioni varie, sono sicuri fattori scatenanti.
Questo crea, insieme con un’alimentazione scorretta, uno stato di tossicosi che è responsabile delle reazioni d’ipersensibilità.
Non vanno dimenticate le allergie agli antibiotici che possono provocare stati di grave reazione (shock anafilattico) fino alla morte; più che nella fenomenologia allergica, si devono inquadrare in una grave intossicazione ed in una reazione naturale per eliminare sostanze velenose che sono immesse in un organismo già debilitato.
Un bambino, ad esempio, che fuma per la prima volta ha una manifestazione violenta di repulsione, questo è ovvio, inizierà a sputare, vomitare, lacrimare, tossire, come espressione di reazione, della sua capacità di resistenza, mentre la sua tolleranza alle sostanze inalate è nulla.
Se continuasse a fumare, si abituerebbe, ma perderebbe resistenza vitale come esito dell’intossicazione da tabacco.
Si può davvero definire allergia quella ai dolci, al latte, alla cioccolata, oppure sarebbe più corretto parlare di manifestazioni di resistenza degli individui verso sostanze estranee?
La maggior parte delle allergie non sono tali ma presunte, infatti, se prendiamo qualsiasi sostanza irritante e la annusiamo, polline o polvere, inizieremo a secernere muco, starnutendo o tossendo, fenomeni costanti, che dimostrano che la nostra resistenza naturale sta reagendo a queste sostanze.
Vi sono vari tipi di reazione con sintomi comuni, c’è chi è sensibile al fieno, chi ai solventi, chi a particolari conservanti, chi ai pollini in periodi ben definiti dell’anno.
Queste reazioni variano in base alla sensibilità di ciascuno, in base alla sua struttura psicofisica, alle abitudini di vita ecc...; rimane comunque una costante fissa lo stato di tossicosi in cui si trova il corpo al momento delle manifestazioni allergiche.
Un altro aspetto importante è la mancanza di reazione di fronte a queste stimolazioni allergiche.
Se il corpo ha perso vitalità reattiva, non si manifesteranno reazioni allergiche.
Quando dobbiamo assumere antibiotici, potremmo avere reazioni immediate con sintomi cutanei, respiratori, gastroenterici, abbiamo cioè stimolato la reattività naturale chiedendole di eliminare queste sostanze estranee, oppure se manca reazione significa che la nostra vitalità si è ridotta, i meccanismi naturali d’eliminazione sono inefficienti e quindi non avremo eliminazione delle sostanze che ci hanno provocato la reazione allergica.
Siamo allergici alle uova perché il corpo espelle le sostanze, che riconosce come veleni, contenute nell’uovo, questo fino a che le reazioni non si manifesteranno a seguito della ridotta capacità naturale di eliminare le sostanze responsabili.
Come nell’esempio del bambino e del fumo, avviene, nella somministrazione prolungata, una diminuzione dei sintomi reattivi perché la reattività naturale è stata soppressa, ostacolata dall’accumulo della sostanza.
Nel grano, acidi grassi e glutine non sono tollerati dal nostro organismo perché non siamo in grado di eliminarli.
Le persone con gran vitalità reagiscono nel tentativo di espellere, quindi non si tratta di vera allergia.
Sappiamo, infatti, che chiunque, dotato d’energia vitale, reagirebbe allo stesso modo, ma non è così, quindi la differenza sta nella maggiore o minore capacità d’eliminazione.
Vi sono individui che sono sensibili a sostanze che normalmente non danno reazioni eliminative, ad esempio fragole o noci.
E’ stato provato che, dopo un breve digiuno, seguito dalla riassunzione della fragola per tempi prolungati, i sintomi allergici non si sono più manifestati.
La cioccolata, non essendo una sostanza naturale, non si comporta allo stesso modo.
Non possiamo quindi ritenere che si tratti d’allergia ma d’intossicazione da bromo, un elemento responsabile di tossicosi cronica, così come per la caffeina del caffè e la teina nel the; si tratta di sostanze che non possono essere metabolizzate, cioè digerite ed eliminate normalmente come le fragole.
Parliamo quindi di sostanze eccitanti, che non potendo essere normalmente eliminate impegnano il nostro corpo, nel tentativo di eliminarle, provocando dopo un certo periodo maggior stanchezza, che induce ad assunzioni più frequenti.
Con questo meccanismo d’accumulo si cade facilmente anche in uno stato di leucopenia, cioè riduzione dei globuli bianchi, delle nostre difese naturali, tanto per intenderci.
Lo stato di debolezza conseguente ci fa pensare che siamo stanchi, abbiamo bisogno di carica, d’energia per continuare le nostre attività quotidiane più o meno stressanti, con la falsa necessità di assumere altri eccitanti per essere sempre più attivi artificialmente.
Facilmente si può arrivare alla depressione, più o meno manifesta, ma questo segnale, la stanchezza, ci deve far pensare che siamo al limite e quindi dobbiamo far riposare il nostro corpo che non riesce ad eliminare naturalmente.
Qualsiasi manifestazione sgradevole, più o meno forte, non è un’allergia a qualcosa ma un tentativo normale di far fronte alle più svariate sostanze, estranee al nostro organismo, manifestando sintomi che sono solitamente interpretati solo per il loro aspetto clinico del momento.
Le manifestazioni allergiche interessano una larga fascia della popolazione, con gravi ripercussioni sulla salute pubblica.
Si cerca di ovviare a questo fenomeno con sostanze che attenuano i sintomi esterni, bloccando i normali filtri organici, sopprimendo un’eliminazione naturale, spostando le manifestazioni patologiche comuni verso malattie cosiddette di tipo cronico, degenerative e di seguito......
Potremmo ovviare parzialmente alle reazioni allergiche allontanandoci dalle sostanze che le provocano, questo significa cambiare ambiente, tipo di lavoro.
Sappiamo che fa tanto bene l’aria di mare specialmente per i bambini allergici, questo è fattibile ed, in effetti, i miglioramenti sono evidenti anche dal primo giorno di cambiamento di clima ma rimane la nostra costituzione sensibile che abbiamo ereditato e che possiamo modificare solo con adeguamenti più profondamente strutturati.
Un’alimentazione a prevalente scelta reattiva acida: prodotti caseari, cereali, uova, carne, svilupperanno una reazione acida nel nostro organismo, con aumento dell’acidosi.
Normalmente il nostro corpo presenta e deve vivere in una situazione di neutralità metabolica.
Ingerendo molti alimenti a reazione acida, il potere di tamponare quest’eccesso in maniera fisiologica è svolto attraverso una richiesta delle riserve di sali minerali per neutralizzare quest’acidità metabolica, responsabile di manifestazioni allergiche.
Secondo effetto di quest’acidosi è la perdita dei sali di calcio che indebolirà il tessuto osseo dei bambini e causerà carie ed osteoporosi negli adulti.
Se vogliamo controbattere queste tendenze dovremmo invertire la reazione acida mangiando sostanze a reazione alcalina come frutta e verdura.
Prurito al naso, gli occhi, al palato, lacrimazione, sensibilità alla luce del sole, muco al naso, nausea, vomito, diarrea, torcicollo, eruttazione, costipazione, eruzioni cutanee, mal di testa, dolori muscolari e articolari, sono sommariamente definite reazioni allergiche.
Dal punto di vista naturale non è così, si tratta di una manifestazione d’intossicazione di un corpo saturo di tossine, reazioni naturali per espellerle, quindi non si tratta d’allergia ma di reazione vitale di difesa che il corpo manifesta.
Il bambino sin dalla nascita manifesta sintomi di reattività naturale, per fattori di predisposizione ereditaria, ma soprattutto per un’alimentazione della gestante non adeguata (e per intossicazioni esogene nella prima età come, ad esempio, quelle legate alle vaccinazioni, che sono le più frequentemente in causa, in modo più o meno apparente) che ha portato ad una stimolazione, nel feto, dei meccanismi d’eliminazione naturale, ecco la maggior frequenza di neonati cosiddetti allergici.
Durante la gravidanza, nella madre, si accentuano le reazioni di disintossicazione, quindi è il periodo migliore per intervenire sulla salute del feto con accorgimenti alimentari e terapeutici (Eugenica Omeopatica), che consentono al nuovo essere di rendere ottimale la capacità vitale naturale di fronteggiare i vari insulti esterni che si verificheranno dopo la nascita, compresi quelli infettivi.
Devo ricordare che già Pasteur, il grande studioso di malattie infettive, lasciò una lezione di vera Medicina, ricordando ai suoi allievi che non sono i germi che provocano le malattie, ma è il terreno che li ospita a far sì che essi manifestino la loro virulenza patogena.
Ricordiamo inoltre che i geni in natura non trasmettono malattie, ma informazioni, quindi possono favorire o predisporre nei riguardi di una determinata malattia.
La malattia è sempre espressione di un processo naturale di disintossicazione prodotto dal corpo.
Possiamo soffrire di una malattia acuta, con crisi d’eliminazione con finalità positiva, che serve a disintossicare e riparare il corpo dai danni prodotti dall’agente intossicante.
Oppure soffriamo della malattia cronica, sempre dovuta ad un’intossicazione cronica, od agli effetti cronici di una grave lesione tossica, ad esempio le vaccinazioni; il corpo soffrirà dei danni che avvengono negli organi vitali con varie manifestazioni, le più disparate: se il danno è nei reni, un’insufficienza renale, se il danno è nel pancreas, il diabete, se il danno è nell’articolazione soffriremo d’artrosi e cosi via...., se le cellule impazziscono, i tumori, dove esse, pur conservando la loro capacità riproduttiva, si comportano come parassiti a spese dell’organismo.
Queste note, sono alcune valutazioni utili per inquadrare il problema dell’allergia in senso generale.
Sono disponibili, presso il Centro Studi di Medicine Naturali di Falciano R. S. M., Tel. 0549970180, alcune relazioni, CD o videocassetta, di Igienisti che affrontano il problema soprattutto dal punto di vista alimentare.
Il corpo, dunque, in tutte e due le malattie (costruttive e degenerative), tenta di fronteggiare la situazione svantaggiosa.
Fra le persone allergiche, l’incidenza al cancro è inferiore, come in quelle che soffrono d’artrosi.
Le statistiche confermano che sono meno soggette a neoplasie, ma, come controparte, sono sempre più frequenti i casi di morti giovanili per arresti cardiaci o per tumori improvvisi e drammatici nel manifestarsi.
Il corpo attraverso la disintossicazione riesce a liberarsi delle sostanze estranee.
Una sostanza cancerogena è un veleno e come tale può provocare le neoplasie come reazione organica a quest’intrusione.
Anche negli animali, la cosa e’ simile, si ammalano allo stesso modo perché ingeriscono sostanze a loro estranee, che non sono loro patrimonio stato naturale, quindi, se essi vivono nel loro habitat originale, non subiscono insulti tossici dagli alimenti o dalle sostanze che si trovano nell’ambiente, al contrario se vivono negli scarichi a ridosso delle zone abitate.
Un animale allo stato naturale vive fino a sette volte l’età in cui raggiunge la sua maturità, godendo d’ottima salute.
Pensiamo agli Hunza, una popolazione che vive in una situazione ambientale naturale, con indici di morbilità molto bassi e longevità alta.
E’ molto frequente il caso di persone che godono d’apparente buona salute fino ad una certa età ed improvvisamente hanno un crollo vitale con manifestazioni gravi e purtroppo in alcuni casi la morte improvvisa; si attribuisce loro una vita sana, quindi la sorpresa è grande.
Spesso indagando nelle abitudini poi, scopriamo che bevevano, fumavano, anche poco, e non disdegnavano la” buona tavola”.
In questo caso, non si manifestavano sintomi allergici perché mascherati dalla tollerabilità, assuefazione.
La persona, può non eliminare (crisi) le sostanze assunte attraverso gli alimenti, le bevande, il fumo e quant’altro, con accumulo costante nell’organismo e come si usa dire: “Quando il bicchiere è colmo trabocca”, così succede per la maggior parte di queste persone.
I sintomi che possono manifestarsi sono vari, ma esprimono un esaurimento delle capacità d’eliminazione tossica con conseguente crisi generale dell’energia reattiva della persona.
Spostando la nostra attenzione ai bambini, sappiamo che si cerca di abituarli ad alimenti normali dopo i sei mesi, ma sappiamo che per un bimbo il latte materno fino a due anni, costituisce la base dell’alimentazione.
Verso il primo anno di vita, è possibile integrarlo con altri alimenti che dovrà gradire e accettare spontaneamente.
Certo non è naturale costringere un bambino ad apprezzare un’arancia, un melone, una banana, dell’uva.
Se poi proviamo con i cereali, molto spesso li rifiuterà, in altre parole vi sarà una manifestazione di resistenza nei riguardi di questi alimenti.
La resistenza crea disadattamento e induce una reazione del piccolo che, in vario modo, sta a significare che non vuole queste cose in quel momento.
Il bimbo può quindi manifestare una forma di stanchezza e depressione, esaurendo molte energie per fronteggiare quelle sostanze non accette.
Si deve ritenere che i globuli bianchi siano responsabili di reazioni allergiche perché, non riconoscendo la sostanza ingerita, cercano di eliminarla il più rapidamente possibile.
Questo, però, determina la morte di queste cellule e questo succede continuamente nel nostro corpo.
I responsabili di questo comportamento dei globuli bianchi sono principalmente di due tipi:
Sostanze chimiche o farmaci chimici (in USA oltre cinque milioni di persone soffrono di malattie iatrogene) e
Gli alimenti lavorati, confezionati, addittivati, surriscaldati, colorati, ecc.
Nel caso delle forme iatrogene di quei cinque milioni d’Americani il 5% muore a causa della malattia, si dice, ma mai a causa di chi ha somministrato le sostanze.
La causa non è la malattia, ma l’agente che la ha provocata.
Per l’altro gruppo, si avranno manifestazioni varie che sono comprese nel termine di crisi eliminative e quando esse si manifestano si va a cercare sempre il virus o il batterio.
Nel Medio Evo s’incolpavano le streghe ed ora si è trovato un capro espiatorio più piccolo e si persegue questa strada, lasciando ai Pazienti la libertà di scegliere alimenti, droghe, insieme con antibiotici e chemioterapici.
Non va ignorato l’aspetto psicologico di chi soffre d’allergie, molto spesso l’atteggiamento che ne deriva per una persona affetta è negativo, improntato all’autoinibizione, cioè alla ricerca di uno stile di vita timoroso dell’allergia.
Con questo stato mentale è ancora più difficile, uscire e liberarsi dalle manifestazioni allergiche, perché vi è una sorta di dipendenza dalla malattia, quando in realtà, basta affrontare con atteggiamento positivo e propositivo la situazione..
I fenomeni allergici di qualsiasi natura: cutanea, mucosa, ecc.., esprimono sempre una disintossicazione e quindi, come tali, vanno rispettati, per mantenere una buona reattività organica; per questo motivo le persone allergiche non incorrono di frequente in neoplasie, proprio perché hanno sempre eliminato, con manifestazioni allergiche, le sostanze estranee patogene.
Alla fine della stagione del raffreddore da fieno il corpo si sarà purificato, nell’organismo le sostanze cancerogene non saranno mai abbastanza da creare un forte squilibrio energetico.
Quando si manifestano tumori o ascessi, edemi, cisti di raccolta, c’è una reazione d’allontanamento delle sostanze cancerogene verso settori meno soggetti ad attività vitale e quindi un’esonerazione naturale attraverso la segregazione delle tossine.
Oltre a ciò, anche l’eliminazione di muco, liquidi più o meno densi, catarro, sudore, lacrime, costituisce una via di esternazione naturale delle sostanze tossiche.
Lo stress debilita ed esaurisce energia nervosa, cioè consuma l’elettricità del nostro corpo, scarica le nostre batterie nervose, provoca intossicazione, scorie emotive e malattie in vario modo.
Una persona che lavora per lunghi periodi in tale situazione è difficile che manifesti reazioni allergiche classiche, ma saranno altri squilibri subdoli a manifestarsi con sintomi senza connessione evidente per la Medicina tradizionale.
Lo stress è ritenuto, in effetti, responsabile di patologie della vita moderna, si riconosce la sua influenza e si tratta con tranquillanti, ansiolitici, stimolanti, che si aggiungono alle sostanze tossiche già presenti in un corpo che non avrà più allergie vere e proprie, ma sempre di più intolleranze com’espressione di uno stato tossico.
L’unico modo valido per affrontare questo stato di stress, intolleranza, con tutti i vari sintomi, è una maggior attenzione agli alimenti, ai ritmi di vita, terapie in sintonia con la natura, un atteggiamento positivo e un rispetto del proprio corpo, non disdegnando, eventualmente, il ricorso a brevi digiuni per migliorare il procedimento di pulizia organica.

A cura del Dottor Francesco Vignoli
Medico Veterinario
Servizio di Iridologia Ortotrofica Olistica Integrata & Terapia alimentare

 

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